L’autunno è sempre stato per me faticosissimo, con le temperature che si abbassano, la poca luce, l’aria di decadenza. Ma il mio desiderio di vivere quanto più possibile bene e in armonia con le stagioni dell’anno, mi ha portato negli anni ad approfondire lo studio, se così si può dire, dell’autunno. E forse, sta anche iniziando a piacermi.
Nella medicina cinese, l’individuo viene visto nella sua globalità – non unicamente come un corpo – ed anche in relazione alla stagione dell’anno. Gli organi collegati all’autunno sono i polmoni e l’intestino crasso, i principali deputati – insieme alla pelle – degli scambi tra interno ed esterno. Questi organi ci chiedono, in particolare in questa stagione, di tenere ciò che è buono e utile e di lasciare andare ciò che non serve più, come fanno gli alberi con le foglie secche. Il passaggio del lasciare andare è necessario all’albero per accogliere la vita nuova, che però non appare subito, ma dopo un lungo periodo, quello invernale. Il senso dell’inverno lo vedremo più avanti.
Nel frattempo, possiamo scegliere di vivere consapevolmente questa stagione, seguendone i ritmi naturali: lasciando andare, mollando la presa, affidandoci, perdonando, anche con un bel pianto se capita. Se ci viene da fare pulizia in casa e degli armadi, ben venga: è sempre un lasciare andare per fare posto al nuovo, tenendo solo, per il momento, l’essenziale. Per quanto scomodo, è anche quello che ci sta chiedendo la serie di dpcm sempre più stringenti, che è approdata ieri a mantenere attivi solo i servizi essenziali, appunto.
Il lavoro interiore è molto prezioso tutto l’anno, ma in autunno e in inverno può esser favorito proprio dal ritmo diverso e rallentato. Possiamo allearci con l’introspezione e il raccoglimento, per approfittare di questa fase naturale di inventario.