Offrire un foglio e dei colori ai bambini significa dar loro la possibilità di esprimersi liberamente e spetta a noi impegnarci affinchè questo avvenga in un clima di libertà e assenza di giudizio. Inoltre lo scarabocchio e il disegno libero offrono importanti spunti di comprensione del mondo interno dei bambini.
Ma tutti gli strumenti sono uguali? No. Esistono infiniti mezzi di espressione, ma i più diffusi – soprattutto nelle scuole – sono matite e pennarelli. Purtroppo, i preferiti da gran parte delle maestre e dei bambini sono i secondi. Se chiedete ai bambini, quasi certamente vi diranno che preferiscono i pennarelli alle matite. Già a 2-3 anni mostrano questa preferenza e questo perchè i pennarelli lasciano segni più forti e vividi.
Ma le matite hanno molte virtù, più sottili e nascoste, che noi adulti dobbiamo conoscere di modo da proporle ai bambini e ritardare la loro conoscenza dei pennarelli.
Le matite, a differenza dei pennarelli, permettono di calibrare la nostra energia, di dosarla: possiamo lasciare tracce leggere o calcare forte senza rischiare di rompere il foglio, cosa che spessissimo accade ai bambini quando colorano con i pennarelli. Le matite danno, in sostanza, la possibilità di sperimentare il tratto. I diversi tratti sono diversi tanto quanto diverse sono le personalità di chi li lascia sul foglio: rappresentano ed esprimono le nostre sfumature emotive.
Max Pulver, grafologo svizzero, spiegava che disegnando esprimiamo la nostra energia e che la pressione che esercitiamo è una manifestazione dell’impulso e non della volontà cosciente. La possibilità di osservare il tratto – offerta dalle matite – diventa, quindi, una risorsa importante per il bambino per esprimersi attraverso sfumature e per noi adulti di comprendere meglio il loro mondo interiore.
Il tratto è dunque l’impronta più autentica e non imitabile della nostra personalità, parla della nostra essenza. Capite che i pennarelli nascondono tutto ciò, offrendo un’unica possibilità o possibilità molto limitate, costringendo chi disegna all’omologazione.
Compito della famiglia e della scuola è quello di conservare e proteggere la scintilla creativa individuale e favorirne l’espressione attraverso i mezzi più disparati e utili allo scopo, all’interno di un clima gentile di rispetto, libertà e accettazione incondizionata del risultato.
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