Il mio percorso
Quando mi sono affacciata al mondo del lavoro, nel 2010, ho frequentato a lungo le scuole, le famiglie e i bambini.
Ho poi voluto lavorare con altre fasce di età, con la disabilità fisica e psichiatrica giovanile e adulta, con l’utenza geriatrica e, infine, con gli adolescenti.
Dopo tutto questo peregrinare, ho deciso di lavorare con gli adulti.
Sono convinta che ci trasformiamo fino al nostro ultimo giorno di vita e che fino a quel momento abbiamo la possibilità di realizzare grandi cose per noi e per il mondo.
Credo che la nostra società non favorisca la consapevolezza di sé, obbligando i più a correre e strizzarsi in ritmi troppo veloci che non permettono l'emergere del proprio sentire.
Però c'è un cambiamento in atto: tanti stanno tornando ad un mondo più naturale in risposta ad un'esigenza personale di qualcosa d'altro. In tanti sentiamo istintivamente che questo modo di vivere non funziona.
Tornare a occuparsi di sé è un vero atto rivoluzionario, forse anche politico, da rivendicare con forza per costruire la nostra vita intenzionalmente.