Parlarsi non sempre è facile, soprattutto quando non ci è stato insegnato fin da piccoli a farlo in modo costruttivo e quando le emozioni colorano il momento presente, talvolta rendendoci poco lucidi. Ho annotato qui alcuni consigli per trarre il meglio dal dialogo e usarlo per rafforzare la relazione:
Prima di tutto impegnamoci ad ascoltare, che vuol dire fare silenzio per l’altro, non interrompere, dare il tempo di esprimersi, voler capire senza giudicare, ascoltare per comprendere e non per rispondere.
Usiamo la nostra capacità di empatia, per cogliere cosa l’altro prova, come si sente e provare a metterci nei suoi panni.
Dimostriamo rispetto per noi e per l’altro: l’attenzione a non ferire è una delle più belle forme di rispetto. Cerchiamo di non farci male, neppure quando siamo molto arrabbiati.
La sincerità in una relazione è un elemento cardine. Dunque cerchiamo di dire tutto ciò che pensiamo, usando frasi in prima persona come “io penso”, “io credo”, “io sento”, ma allo stesso tempo…
Non siamo tenuti a dire tutto ciò che stiamo pensando, soprattutto se è frutto della rabbia del momento. Piuttosto chiediamoci: è vero? è gentile? è utile? e ricordiamo che siamo portatori di punti di vista, non di verità.
Ricordiamoci che l’altra persona non può leggerci nella mente, dunque non diamo per scontato nulla, non mettiamo l’altro alla prova e sforziamoci di essere chiari.
Assicuriamoci di aver capito cosa realmente l’altro intende dirci: supporre non è utile e a volte porta ad errori, piuttosto verifichiamo di aver capito, riformuliamo ciò che il partner ci ha detto con altre parole (tu mi stai dicendo che…?).
Non generalizziamo ed evitiamo espressioni come “sempre” e “mai”. Parliamo piuttosto di un episodio avvenuto, il più recente possibile, e rimaniamo su quello.
Non critichiamo la persona nella sua interezza ma un certo comportamento, ad esempio spiegando “quando fai così io mi sento cosà”.
Cerchiamo di non rivangare situazioni passate e se proprio non riusciamo cerchiamo di capire perchè: se vanno ancora risolte impegnamoci a farlo affinchè non se ne debba più parlare.
Rispettiamo le differenze tra noi e accettiamo i disaccordi. Amarsi non vuol dire essere uguali e pensarla su tutto allo stesso modo. Capiamo insieme quali sono i temi importanti su cui essere d’accordo è necessario e quali i temi minori su cui tollerare la diversità di pensiero.
Quando riceviamo una critica chiediamo all’altro di chiarirne il contenuto, di spiegarsi meglio. Facciamogli domande, mostriamoci interessati al suo punto di vista e cerchiamo di non irrigidirci nel tentativo di difenderci. Una critica costruttiva è un’occasione per noi di migliorarci.
Utilizziamo frasi di incoraggiamento, supporto e apertura quando parliamo, come “cosa ne pensi?”. Aiutano a creare un dialogo (utile più di un monologo) e fanno sentire all’altro che il suo punto di vista per noi è importante.
Se riconosciamo di aver sbagliato ammettiamo l’errore e mostriamoci disponibili a cambiare. Impariamo a chiedere scusa senza sentirci per questo deboli o provare vergogna. Ammettere l’errore è anzi un atto di maturità.